Nutri il tuo terreno
È molto importante acquisire la consapevolezza che possiamo ogni singolo giorno scegliere di nutrirci in modo sano facendo del cibo una delle più importanti fonti di benessere, energia e performance nelle prestazioni fisiche e mentali.
Per noi omeopati che curiamo il terreno del nostro paziente diventa parte integrante del percorso di cura.
Non avrebbe, infatti, molto senso pulire il terreno con i rimedi omeopatici e, contemporaneamente, sporcarlo ogni giorno con alimenti sbilanciati, acidificanti e squilibranti gli assi metabolici dell’organismo.
Si tratta di concetti che bisognerebbe già condividere con i ragazzi in età scolastica, aiutandoli nel comprendere quanto tutto ciò sia importante con esempi, spiegazioni e chiarimenti sugli aspetti biochimici, scientifici e pratici di ogni singolo argomento.
Se ogni persona divenisse consapevole di poche ma chiare e semplici regole che gli permettano di vivere in modo ottimale, acquisirebbe un maggior livello di salute, una migliore prestazione fisica nel gesto atletico o sportivo e miglior concentrazione e memoria (anche in termini di rendimento scolastico e/o lavorativo).
Un migliore stato di salute porta bambini, ragazzi, adulti e anziani ad ammalarsi meno, a non andare incontro a sintomi da sovraccarico come la cefalea, la stanchezza cronica, i dolori articolari, il sovrappeso, l’ipertensione, il diabete…
Quando si parla di alimentazione, l’attenzione non andrebbe rivolta al controllo delle calorie, ma ad un insieme di regole semplici, divertenti e alla portata di tutti che vanno dalla masticazione lenta, alla riduzione dello stress, dalla colazione ricca, al movimento fisico, dall’abbinamento proteine/carboidrati in ogni pasto, al controllo dell’infiammazione. La sinergia di tutto questo, come in un meraviglioso puzzle, porta ad un maggior stato di salute.
Mangiare bene presuppone il fatto che gli alimenti utilizzati per cibarsi siano di qualità, dove per qualità intendiamo simili agli alimenti naturali di cui l’uomo si è cibato nel corso dell’evoluzione per 200.000 anni: frutta e verdura in abbondanza, proteine animali e vegetali (pesce, uova, semi oleosi) e cereali integrali, legumi, castagne e altri semi raccolto.
L’alimentazione umana non può prevedere zucchero, farine raffinate, grassi fritti o idrogenati, dolcificanti, conservanti, additivi.
Bisognerebbe moderare l’esagerato consumo di latticini e di cereali, soprattutto se raffinati (privati della fibra e del germe) e mono specie (frumento).
Alimenti zuccherati o ricchi di amidi e privi di fibra sono potenti fattori ingrassanti e infiammanti perché ‘ innalzano la glicemia e reclutano insulina (ormone lipogenetico e infiammatorio).
Diete troppo monotone con eccesso di glutine e di caseina portano a cronici stati di infiammazione e a risposte allergiche.
Una alimentazione priva di fibra porta a una maggiore incidenza di diverticolosi, stipsi, cancro al colon.
Forte attenzione va verso la qualità dei cibi.
I centri cerebrali della sazietà, non disturbati da disturbanti endocrini come lo zucchero, gli edulcoranti, i grassi fritti o alterati, additivi e conservanti, fermano la fame al momento opportuno, prevenendo iperalimentazione, accumulo, saturazione e infiammazione. Al contrario zucchero e grassi alterati lavorano sui nostri centri cerebrali inducendoci a ricercare compulsivamente nuovo cibo, in un circolo vizioso.
In questa ottica il movimento fisico, la alimentazione sana e normo calorica e la gestione degli aspetti psicologici acquisiscono un vero valore terapeutico che prende radicalmente il posto a modalità di trattamento esterne all’individuo.
Una ulteriore componente che permette di salvaguardare la salute è costituita dalla conoscenza di ciò che popola il nostro intestino e che si chiama MICROBIOTA. Si tratta della popolazione di batteri “amici” che abbiamo tutti nell’intestino fin da quando veniamo al mondo.
I recenti sviluppi scientifici nello studio degli effetti del microbiota intestinale sull’infiammazione, attraverso l’aumento incontrollato della permeabilità intestinale (leaky gut syndrome) hanno evidenziato come la protezione dei nostri microbi intestinali (attraverso il rifiuto a usare antibiotici e con un’alimentazione veramente prebiotica) sia in grado di ridurre fortemente lo stato infiammatorio del nostro organismo.
Questi aspetti costituiscono una via verso un rapporto con il cibo sano, equilibrato, piacevole e consapevole.